mercoledì 9 gennaio 2013

Quando il bullismo sfocia in tragedia

Anche oggi il nostro pensiero va a lei, a Carolina Picchio, 14 anni, che si è tolta la vita lanciandosi dal balcone di casa sua, a Novara, nella notte fra il 4 e 5 gennaio. Inizialmente si pensava fosse per i commenti pesanti e insulti gli ricevuti su Facebook e Twitter, ora c’è la possibilità che la verità si trovi in una lettera al vaglio dei Carabinieri, su cui mantengono il massimo riservo.
Forse non è cyber-bullismo ma bullismo alla vecchia maniera, quello fatto di parole  di gesti e di sguardi, ma la differenza fra le due cose riguarda l’ambiente in cui si sviluppa, uno digitale e l’altro non,  perché sempre di bullismo si parla.
Qualcosa l’ha fatta esplodere portandola a scrivere “Con la gente ho già avuto troppa pazienza, non voglio più perdere tempo”, sulla sua pagina di Facebook e a compiere il gesto estremo, di chi purtroppo non ce la fa più. 
Da tutti viene descritta come una ragazzina sveglia, bella, solare, con tanti amici, dunque non era un’emarginata, come comunemente si è portati a immaginare una vittima di bullismo; ma  le parole feriscono anche chi all’apparenza sembra forte e inattaccabile, perché non lo da a vedere tenendosi tutto dentro, proprio come ha fatto lei.
Questa vicenda ha scatenato forti reazioni fra i compagni di Carolina, tra chi la difende e si difende, tra chi accusa e chi è accusato . C’è anche chi chiede scusa per aver svolto il ruolo di spettatore silenzioso, che ha visto ma non ha fatto nulla per aiutarla, rendendosi così complice  di chi si divertiva alle spalle di Carolina.
Da parte nostra ci auguriamo che questo non isolato episodio di bullismo faccia riflettere sull’importanza delle parole, del loro peso specifico all’interno di una società e che non sempre il silenzio paga, in questi casi mai. Impariamo a utilizzare la nostra bilancia morale, perché questi episodi non si ripetano più.

Nessun commento:

Posta un commento