mercoledì 10 aprile 2013

ANCORA VIOLENZA, ANCORA CYBERBULLISMO

E' finita purtroppo in tragedia un'altra vicenda di violenza e cyberbullismo.
Una ragazza canadese di soli 17 anni si è infatti impiccata nel bagno di casa, per mettere fine ad un periodo terribile di sofferenze.
L'anno scorso infatti, era stata violentata da un gruppo di quattro coetanei. Ad aggravare il fatto, i suoi aggressori, rimasti impuniti per insufficienza di prove, hanno postato la foto dello stupro su Facebook.
In un attimo l'immagine ha fatto il giro della piccola comunità in cui R.P. viveva.
La giovane viene bersagliata da centinaia di messaggi osceni, sui social network, sul telefono. Non solo: i suoi compagni di scuola la emarginano, la prendono in giro.
 In una pagina tributo aperta su Facebook, la madre, Leah, ha raccontato come sua figlia abbia subito un cambiamento radicale dopo la presunta aggressione avvenuta a Cole Harbour.
 «Aveva iniziato a isolarsi», spiega, «cambiava spesso umore, e probabilmente si è suicidata in uno dei momenti di disperazione. Ma sono sicura che ha agito di impulso, non voleva davvero togliersi la vita». La famiglia si era anche trasferita per cercare di darle un po' di serenità. Ma cambiare città non è servito a nulla. A far disperare la ragazza anche il fatto che le indagini non portassero ad un arresto. «Non hanno nemmeno interrogato i ragazzi se non molto, molto tempo dopo il fatto. Io mi aspettavo lo facessero subito».
Ora la madre lotta affinché la storia non venga dimenticata «Voglio che ci si renda conto del ruolo che hanno avuto i social media in questa vicenda e come attraverso questi mezzi mia figlia sia stata violata anche dopo lo stupro», sottolinea.

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