martedì 16 dicembre 2014

Bullismo e Cyberbullismo: Cuore e Parole Onlus risponde alle domande degli studenti delle scuole di Milano che hanno partecipato all’incontro-dibattito “Liberi e Sicuri sul Web”

Come può fare una persona che vuole aiutare un amico? Una mia amica era derisa da tutti i nostri compagni di classe perché si era lasciata scappare un peto durante la lezione e io ho cercato di difenderla ma al posto di migliorare la situazione è peggiorata; tutti infatti le dicevano: “Ma ti fai difendere dall’amichetta?”
A volte il miglior modo per aiutare un’amica che si trova in difficoltà, derisa o isolata dal gruppo, è quello di darle sostegno, ascoltandola, sostenendola, non facendola sentire sola, e facendole capire che può contare su di te, come appoggio e come confidente. Anche quando la situazione non sembra migliorare apparentemente, e gli sforzi sembrano inutili, non è così! Difendendo la tua compagna hai già fatto molto, sei stata coraggiosa e hai sicuramente dato anche a lei lo stimolo per affrontare la situazione. In due si è più forti e qualsiasi problema si affronta meglio con una buona amica al proprio fianco!




Secondo me un cyber-bullo può essere identificato in una persona che si vuole sentire grande e importante prendendoti in giro, quando magari è proprio lui quello che sta male e ha problemi. Perché questi bulli decidono di ferire i sentimenti delle persone?
Il  bullo generalmente è un  soggetto che ha difficoltà nel calarsi nei panni degli altri, con una forte motivazione al dominio ed alla prevaricazione. È percepito come una persona aggressiva e spavalda, che provoca intenzionalmente sofferenza nell’altro e non ne prova compassione, anzi ne può essere divertito. Provoca, sembra non aver paura di nulla, è litigioso e non segue le regole. Mette in atto comportamenti ostili e svalutanti, tende a mettere in discussione le autorità, che siano i genitori o gli insegnanti. Ha un basso livello di sopportazione delle frustrazioni e notevoli abilità manipolatorie. Nel tempo il comportamento aggressivo e prevaricatore di questi soggetti può sfociare in altri comportamenti problematici, come l’alcolismo, la criminalità o l’abuso di sostanze. Quindi, come tu stesso hai detto, spesso i bulli sono ragazzi che hanno delle difficoltà comportamentali e relazionali, nel senso che non sanno gestire i rapporti con i coetanei e con gli adulti in modo sano ed efficace e per questo motivo, se rimangono a lungo nel ruolo di bulli, avranno problemi molto seri da affrontare.


Ma se nessuno ti aiuta cosa si può fare?

Se nessuno ti aiuta spontaneamente, forse è perché gli altri non sanno quello che stai vivendo, quello che ti succede e come ti fa sentire. Racconta quello che ti è successo ad un amico, ad un insegnante, ai tuoi genitori o a una persona di cui ti fidi: se mantieni il segreto, le cose non cambieranno!
Ricordati che chiedere aiuto non significa essere una spia o un debole, o che non sei in grado di arrangiarti da solo, ma è il primo passo per risolvere la situazione! Evita di stare da solo e cerca di stare con compagni che ti possono dare sostegno. Sforzati di dire sempre quello che pensi e come ti senti, anche se non è sempre facile. Non pensare che sei tu ad avere qualcosa che non va: spesso i bulli prendono di mira un bambino e si divertono a farlo star male… Non è colpa tua!


Anche il bullo forse ha bisogno di aiuto. I compagni di classe possono aiutare il bullo a capire lo sbaglio che ha compiuto, i motivi che lo hanno spinto a farlo e, infine, perdonarlo.
Il gruppo classe, unito e coeso, può fare molto per cambiare le cose. Sicuramente può difendere la vittima, ma può anche far capire al bullo la gravità delle sue azioni e la sofferenza che i suoi comportamenti provocano nella vittima. Inoltre, il miglior modo per “smontare il bullo” è quello di non ridere alle sue battute e non girarsi dall’altra parte quando fa il prepotente.


Qualche volta mi chiedo: perché esiste il bullismo?

E’ difficile spiegare perché esiste il bullismo, come sarebbe complesso trovare una causa ad altre forme di violenza e soprusi che affliggono la nostra società, come le discriminazioni, il razzismo, le guerre. Il bullismo è una patologia relazionale, una forma di prevaricazione e prepotenza tra minorenni. Combattere il bullismo, promuovendo interventi tesi a costruire una cultura del rispetto e della solidarietà tra i ragazzi, significa prevenire l’insorgere di altre forme di violenza in età adulta.


Perché il bullismo fa paura e noi non riusciamo a prendere una posizione netta contro questo fenomeno?
Proprio perché molti ragazzi sono spaventati, hanno paura di parlare e rivelare quello che gli succede (vittime) e molti altri stanno a guardare senza fare nulla (spettatori), il bullismo continua ad essere un problema diffuso e preoccupante. Prendere una posizione netta vuol dire agire per cambiare le cose! Se ti capita di vedere che qualcuno nella tua scuola subisce prepotenze, aiutalo, ascoltalo e  parlane con un adulto di tua fiducia: il tuo intervento può essere di grande aiuto sia per chi subisce che per chi agisce le prepotenze.


- Alle elementari non avevo amici perché tutti i miei compagni di classe avevano paura che il bullo che mi perseguitava li isolasse, esattamente come aveva fatto con me. Cosa avrei dovuto fare? Vorrei saperlo per un eventuale caso futuro.
- Cosa succede se il bullo dice allo spettatore di non dire niente a nessuno circa l’accaduto altrimenti lo picchia? A questo punto cosa deve fare o può fare lo spettatore?
- Ma se voglio difendere una mia amica o un mio amico da uno o più cyber-bulli, come posso fare se sono da sola? Un conto è essere tutti insieme in gruppo contro il singolo cyber-bullo, ma se io sono da sola contro tutti quelli che prendono in giro la/il mia/o amica/o?

Se sei vittima di azioni di bullismo, devi farti forza e cercare di uscire da questa situazione senza arrenderti: anche nei momenti di sconforto devi cercare la forza di reagire fino a quando gli episodi di bullismo non saranno finiti. Non rassegnarti mai ad essere una vittima.
Se hai bisogno di aiuto, non vergognarti a chiederlo. Tutti noi abbiamo bisogno di aiuto qualche volta e chiedere aiuto per fermare il bullismo non significa essere dei deboli o dei falliti, anzi, significa saper affrontare le difficoltà della vita.
Spesso, le persone non raccontano gli episodi di bullismo o non si ribellano a questi, perché hanno paura del bullo. Questa è una paura naturale, ma gli adulti possono intervenire e fermare il bullismo anche senza che il bullo sappia chi ha parlato. Quando racconti a qualcuno di tua fiducia ciò che succede, fai presenti anche le tue paure. Di solito è difficile uscire dal bullismo per conto proprio e a volte anche con l’aiuto degli amici. Se dopo averne parlato con gli amici le cose non cambiano, pensa seriamente di parlarne con un adulto: è l'unico modo per ottenere che il bullismo venga fermato.


Alle elementari si erano creati due distinti gruppi di amiche e in uno di questi, il più numeroso, tutti odiavano una bambina del mio gruppo, formato appena da cinque persone; all’inizio la difendevamo tutte insieme ma poi le altre tre sono passate all’altra sponda iniziando anche loro a deriderla. A quel punto mi sono chiesta: “Eravate sue amiche, la supportavate e ora invece la prendete in giro esattamente come le altre? Vi ricordo che fino a poco tempo fa la rassicuravate e le dicevate che sareste state sempre dalla sua parte. Io sono rimasta, ma voi che amiche siete?”
Oltre al bullo e alla vittima c’è chi aiuta attivamente il prepotente, chi sostiene le prevaricazioni, chi è a conoscenza delle prevaricazioni ma non prende posizione né dalla parte della vittima né del bullo, ovvero gli spettatori. Poi ci sono i “difensori” della vittima o - purtroppo - dell’aggressore: circa il 23% dei bambini nella fascia d’età delle scuole medie che decidono di schierarsi dalla parte del prepotente. Questo ci dice che il prepotente ha bisogno di un pubblico: ecco perché nel 75% dei casi compie le prevaricazioni davanti ai compagni. E che gli  altri rappresentano un elemento di forza del prepotente, perché non prendono posizione, manifestando quindi approvazione. Le tue compagne hanno deciso di sostenere i prepotenti, scegliendo di non essere delle vere amiche.
 


A mio parere ognuno dovrebbe porsi domande come: “Se capitasse a me?”. La cosa che più mi infastidisce è l’idea che le persone si disinteressino di certi avvenimenti solo perché non ne sono direttamente coinvolte. NO! Io dico che, come vorrei che qualcuno mi difendesse, così forse anche la “vittima” lo vorrebbe. Perché io posso avere qualcuno dalla mia parte e altri no? Perché io posso essere più privilegiata di un altro?

Spesso le vittime sono sole, non hanno buoni amici su cui contare, che le difendano. Sono timorose e non hanno il coraggio per rivelare come si sentono e quello che gli succede. Per questo motivo è di fondamentale importanza intervenire se si viene a conoscenza di episodi di bullismo o si notano comportamenti che indicano sofferenza in un ragazzo/a, anche semplicemente avvicinandosi e chiedendogli come sta, se ha voglia di parlare o passare l’intervallo insieme.


Se un cyber-bullo soffre di problemi mentali, ha diritto ad attenuanti?
E’ sempre il Tribunale dei Minori a giudicare dopo un’attenta perizia psichiatrica se il minore avrà diritto alle attenuanti. In diritto penale il vizio di mente esclude la sussistenza del reato solo se è totale, cioè se la persona che commette un reato non realizza quel che fa. Un vizio parziale di mente può portare a delle riduzioni di pena, proporzionali al deficit.


A scuola abbiamo una LIM (lavagna interattiva multimediale) che ci chiede di aggiornare Paint, è un pericolo?
Tutte le attrezzature/strutture all’interno delle scuole sono soggette ad un controllo da parte dei docenti/responsabili dei progetti, per cui non ci sono rischi quando le attività sono supervisionate da adulti/educatori.
Inoltre, è bene installare su qualsiasi dispositivo un antivirus: se le applicazioni e i programmi scaricati sono valutati come sicuri, anche i loro aggiornamenti saranno soggetti ad un controllo e alla protezione dell’antivirus stesso.


Una volta mi è capitato di ricevere un messaggio con scritto: “Hai vinto 10.000 euro, rispondi a questa e-mail”. Se avessi risposto al messaggio, cosa sarebbe potuto succedere?
Per regola, non bisogna mai rispondere alle e-mail provenienti da sconosciuti e ad offerte/proposte di premi/soldi: si tratta sempre di tentativi di truffa con l’obiettivo di carpire informazioni riservate, tra cui dati personali o bancari.


Esiste un’applicazione per smartphone, Talking Tom, in cui un gatto ti chiede dei dati personali e ha un microchip che osserva la persona nel momento in cui gioca?

Si tratta di una applicazione per cellulari, già controllata dal Servizio Postale nei mesi scorsi: gli accertamenti hanno dato esito negativo. È solo  un gattino che fa delle domande casuali per interagire con l’utente, non sottrae alcuna immagine e non può nuocere ai minori perché non vi sono persone che lo orientano nei suoi dialoghi. L’immagine che riflette negli occhietti è solo una funzione di specchio prevista dall’applicazione stessa. Tuttavia, è bene ricordare di non attivare mai per alcun motivo la webcam, né dal computer né dal cellulare, a meno che non si stia utilizzando un programma/app per effettuare video-telefonate con un parente o un amico fidato lontano.


Cosa succede ai bulli, che non si pentono delle loro azioni, quando diventano maggiorenni?
Il “pentimento” è sempre apprezzabile processualmente e può condurre il giudice a sconti di pena, soprattutto se è accompagnato da un risarcimento. Se il giudice lo ritiene, può concedere la sospensione della pena, a condizione che non verrà ripetuto altro reato. In questo non c’è alcuna differenza tra il processo di un minorenne rispetto a quello di un maggiorenne.


Le azioni di bullismo e cyber-bullismo possono essere paragonate a quelle mafiose e criminali?
In un certo senso, dal punto di vista sociale e psicologico, sì: il bullo agisce ai danni della vittima spalleggiato da alcuni coetanei (in rete persino da sconosciuti!), così come un capo di un’organizzazione criminale/mafiosa mette in atto azioni intimidatorie verso terzi coadiuvato da un clan di sostenitori.


Tutte le app di gioco sul cellulare sono da considerare pericolose?

In primo luogo, trascorrerci troppo tempo può nuocere alla salute e alla vita sociale: meglio un gioco in compagnia, di squadra, in scatola, dal vivo, con amici e parenti.
Sono sicuramente più rischiose quelle che includono:
1) sistemi di messaggistica con avversari casuali: chi c’è davvero dall’altra parte dello schermo?
2) geolocalizzazione: per quale motivo dobbiamo indicare ad estranei e sconosciuti il luogo in cui ci troviamo?
3) richieste di pagamento per acquistare nuove vite/ricariche: che gioco è quello che prevede una incessante spesa economica? Non è meglio proseguire con le proprie abilità senza rischiare dipendenza e perdite di denaro?


Qual è il numero di telefono della Polizia Postale e delle Comunicazioni?
Per la Lombardia il recapito è 0243333001: gli uffici di Milano si trovano in Via Moisè Loria 74


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