martedì 14 luglio 2015

Buonascuola, parola ad un'insegnante

Per avere un'immagine più completa della riforma scolastica "Buona Scuola", abbiamo intervistato anche una docente, che ha preferito rimanere anonima.

Quali sono, secondo lei, i pro e i contro di questa riforma?
Sicuramente un forte "pro" è l'investimento nell'infrastruttura scolastica; ne ha più che mai bisogno. Anche le assunzioni meritocratiche dei docenti, almeno in teoria, sono positive.
D'altra parte, in pratica, sono preoccupata che, vista la realtà italiana attuale, i presidi non verranno a sufficienza controllati, lasciando campo alle assunzioni nepotiste e clientelari. Se così fosse, anche il fatto che un docente venga riconfermato o licenziato ogni tre anni diventerebbe un aspetto problematico, poiché questo rischierebbe di essere sostituito ciclicamente dall'ultimo arrivato amico del preside. Anche indipendentemente da questa ipotesi realista o pessimista (a seconda dei punti di vista), lascia perplessi la possibilità di essere degradati dal ruolo di insegnante a quello di "organico potenziato". Prima di spiegarmi meglio, è necessario aprire una parentesi. Siamo stati inizialmente tutti contenti nell'apprendere che 100.000 insegnanti precari sarebbero stati assunti, in seguito a una condanna della Commissione Europea su questo punto. Siamo stati meno contenti quando ci è stato comunicato che l'ufficio scolastico (di Milano, nel mio caso) avrebbe "chiamato" gli insegnanti a presentarsi nel mese di Luglio. La scontentezza deriva dalle modalità della "chiamata": non è stata specificata come tale comunicazione avverrà (chiamata telefonica, email, lettera,...) e l'unica ferrea certezza risiede in un foglio con su una lista di nomi, appeso fuori dal suddetto Ufficio e aggiornato in date indefinite. In pratica, i professori vanno in vacanza (o magari nemmeno abitano a Milano) e non hanno occasione di controllare la lista, cosicché se vengono chiamati, non sapendolo, vengono depennati. In tal modo, essendo i precari 140.000 circa, si cerca di "chiamarli" tutti, ma depennandone 40.000, invece che non "chiamarli" proprio.  Vista la confusione, non mi stupirei se questa servisse ad assicurare l'assunzione di certi precari favoriti, i quali riceverebbero una precisa comunicazione, al contrario degli altri.
Tornando allo "organico potenziato", questo consiste di quell'insieme di professori assunti ma a cui non sono state affidate classi e che avranno il compito di organizzare e gestire dei non meglio precisati progetti con cui convolgere gli studenti. Il problema è che mentre questo ruolo potrebbe far parte di una gavetta con l'obiettivo di essere assunto e arrivare a esercitare la professione di insegnante (quello ci interessa), essendo possibile essere degradati allo scadere del terzo anno, diventa invece per un docente (che si rimette al giudizio del preside) l'ennesima fonte di ansia.

Ritiene possibile giudicare la "Buona Scuola" a livello teorico, oppure non ne sapremo abbastanza finché non la vedremo attuata?
A mio giudizio dobbiamo aspettare, perché sebbene questa riforma sia molto valida sulla carta, sono molto scettica sulla sua attuazione pratica, conoscendo la realtà italiana.

Cosa ne pensa dell'introduzione del finanziamento da parte di privati?
Mi preoccupa la possibilità che le scuole si polarizzino tra quelle "in" e quelle di periferia.

Ha altri punti da sollevare?
Solo uno, cioè credo che sia lo Stato a dover  premiare le scuole virtuose, e non i presidi a premiare (con bonus monetari esposti al loro arbitrio) i docenti.

La ringraziamo per il suo tempo e le auguriamo buone vacanze.



Fabio I. Martinenghi

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