Le dure parole che Umberto Eco ha dedicato a internet come
strumento di informazione – chiunque abbia utilizzato un social negli ultimi
giorni ne è di certo a conoscenza – hanno fatto molto parlare e scrivere, sia
su carta che in rete. Queste le frasi incriminate, rivolte ai giornalisti dopo
aver ricevuto la laurea honoris causa
in Comunicazione e Cultura dei Media all’Università di Torino: “I social media
danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano
solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Di
solito venivano subito messi a tacere, ora hanno lo stesso diritto di parola di
un Premio Nobel".
Inevitabilmente, queste affermazioni hanno suscitato un ampio
dibattito sulla natura stessa dell’informazione e di internet, caro a noi di
Cuore e Parole, che cerchiamo di promuoverne un corretto utilizzo, dando
consapevolezza ai ragazzi delle sue potenzialità e dei rischi a cui può
esporli. Cerchiamo allora di raccogliere alcune riflessioni che ci aiutino ad
inquadrare il problema.
La cultura contemporanea, fortemente influenzata dal pensiero
anglosassone, ha promosso la convinzione che esistano dei fatti (facts) oggettivi che costituiscono, nel
loro insieme, il mondo reale, ossia
quell’agglomerato coerente di cose a noi esterno e in cui viviamo. All’estremo
opposto, Nietzsche aveva scritto: “Non esistono fatti, ma solo interpretazioni”.
Davvero lo disse? Se sì, in che opera? Il piccolo lavoro che ho dovuto fare per
recuperare la fonte di questa citazione, può essere più utile di complicate
teorie.
Ricordavo questa citazione famosa dai miei studi di filosofia
e, volendo inserirla nel post, l’ho cercata su Google per recuperarne la fonte.
Nonostante abbia consultato siti affidabili come “filosofico.net”, del filosofo
Fusaro, nei risultati italiani di Google non sono riuscito ad ottenere una
risposta – invano ho anche consultato un libro su Google Books. Ho dovuto
allora, non senza perplessità, effettuare la stessa ricerca in lingua inglese;
solo allora ho parzialmente avuto successo. L’enciclopedia filosofica
dell’Università di Stanford (“plato.stanford.edu”) – una fonte molto autorevole
– riportava i quaderni di Nietzsche del 1880 come fonte. Rimane
l’insoddisfazione di aver trovato un solo sito, ma continuando la ricerca in
inglese sono approdato a www.theperspectivesofnietzsche.com, che rimandava
all’opera Nachlass, di cui ignoravo
l’esistenza. Mi è venuta quindi un’idea: ritraduco la frase in questione in
tedesco ed effettuo poi la ricerca. Dopo aver trovato la corretta forma della
frase in tedesco, ho trovato conferme su quella fonte, scoprendo inoltre che il
termine Nachlass indica le raccolte
di quaderni e appunti che un autore lascia alla sua morte. Tutto torna e posso
allora riportare (con maggior sicurezza) la citazione in forma completa:
“Non esistono fatti, ma solo interpretazioni” (Friedrich
Nietzsche, Nachlass, KSA 12: 7[60])
Possiamo allora tornare ad Eco e
capire come internet sia un potentissimo amplificatore. In quanto tale, è uno strumento
nelle mani della nostra libertà. Può dare vita a forme di resistenza ai regimi
autocratici così come può amplificare notizie clamorosamente false. Sta allora
a ciascun utente confrontare diverse fonti (tutte a portata di clic) ed
imparare con l’esperienza e la conoscenza di chi le redige a fidarsi più di
alcune rispetto ad altre secondo una gerarchia mai definitiva.
Fabio I. Martinenghi
Fabio I. Martinenghi
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