Negli ultimi giorni si è parlato
moltissimo – e legittimamente – della situazione greca, il più problematico dei paesi della UE, il
cui destino sembra essere legato a quello della Unione stessa. Oggi ha vinto il
“no” nel referendum relativo all'accordo coi creditori della Grecia, Varoufakis
sì è dimesso ed è impossibile predire cosa accadrà ora.
Ciò che conosciamo ormai a
memoria, ahimé, sono invece i drammatici livelli di disoccupazione (20,4%) e
disoccupazione giovanile (56,9%) che segnano le Grecia – con un'Italia che si
muove pericolosamente a distanza ravvicinata, con i rispettivi tassi al 12,3% e
43,3%.
Contribuiscono a dare un
quadro più completo della situazione greca la proporzione della popolazione a
rischio di povertà o esclusione sociale, che è stimata al 35,7%, cioè oltre
un terzo della popolazione. Il 38.1% di questi, sono bambini. Quindi, essendo
la popolazione greca di 10.815.197,
i bambini a rischio sarebbero circa 1.471.051, quasi un milione e mezzo.
People at risk of poverty
or social exclusion,
by age group, 2013
|
Tale situazione deriva
specialmente dall'instabilità lavorativa dei genitori, che si interfacciano con
un mercato del lavoro che registra la più alta percentuale europea di persone
dalla intensità lavorativa molto bassa, che lavorano cioé molto meno di quanto
potrebbero.
Un aspetto particolarmente
preoccupante di questa crisi è quanto duramente abbia colpito i bambini, come
stato evidenziato da fonti autorevoli quali Caritas, Unicef e Eurostat. Unicef
riporta, infatti, che a partire dal 2008, anno di inizio della Grande
Recessione, il numero di bambini che sono caduti sotto la soglia di povertà nei
paesi più sviluppati ammonterebbe a 2.6 milioni.
In Grecia l'incremento nel numero di bambini poveri è superiore al 50%. Nel
2013 un articolo del New York Times denunciava una situazione drammatica nelle scuole, riportando la testimonianza
del personale di una scuola elementare ateniese, che assisteva a casi di
malnutrizione almeno nel 60% degli studenti. È importante notare che, come è
ormai stato consolidato dalla ricerca scientifica, la malnutrizione ha effettidevastanti sull'apprendimento presente e futuro del bambino.
Data la situazione drammatica, ci
auguriamo che qualsivoglia sia l'esito di questa vicenda storicamente cruciale,
questo porti ad una ripresa economica della Grecia (all'interno di una Europa
più unita e democratica), la cui crisi finanziaria rischia di compromettere non
solo la vita degli adulti del presente, ma anche quella degli adulti del
futuro.
All’alba di una potenziale uscita
della Grecia dall’Unione Europea, cosa dobbiamo raccontare ai nostri figli? Che
alla sorgente della nostra civiltà occidentale, dove lo stesso nome “Europa” ha
origine, viene negato un posto nella stessa? Oppure che questa crisi
finanziaria è uno dei necessari passi del processo di crescita verso uno stato
federale europeo, dove i Paesi più virtuosi siano da stimolo agli altri e impongano
loro standard più elevati ad ogni livello, invece di soggiogarli sotto la loro
egemonia economica? Noi pensiamo che quest’ultima sia la via da seguire e che i
genitori di tutta Europa non vogliano un giorno spiegare ai loro figli come
quel clima comunitario creato da progetti come Erasmus siano solo stati orpelli
in un intricato gioco tra potenze del Vecchio Continente in declino sul
panorama internazionale.
Che questa sia l’occasione di
ripensare l’Unione Europea in senso più politico, così come lo spirito della
Dichiarazione Schuman suggerì nel contesto post-bellico.
Fabio I. Martinenghi
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